Rifiuti a Roma, la rivolta dell’Olgiata!

Alleghiamo volentieri due articoli usciti oggi sul Corriere della Sera relativi al problema rifiuti:

Rifiuti a Roma, la rivolta dell’Olgiata:«Paghiamo tanto e Ama non ritira,pronta la class action»

La ricca zona residenziale abitata da vip e imprenditori fa causa. Un residente: «Siamopartiti per le feste e al rientro tutta l’immondizia era ancora lì. Torneranno i cinghiali». Lastessa azione giudiziaria è stata già avviata dagli abitanti di Eur e San Lorenzo

L’emergenza rifiuti arriva anche nei quartieri «in» oltre Parioli e quelli delcentro storico. All’Olgiata, denuncia Stefano, uno dei residenti, l’Ama non raccoglie l’umido da Natale: «Poi siamo partiti per le feste, e al rientro tuttal’immondizia era ancora lì». Lì, fuori casa, oltre la porticina che nasconde ibidoni ma pur sempre lì, col suo odore sempre più invadente: «Torneranno icinghiali». Una situazione insostenibile. Così è deciso: dopo la denuncia di luglio, tramite la quale il Consorzio Olgiata intendeva fare luce sulle vereresponsabilità di questo disservizio dell’Ama, visto che niente è migliorato, il prossimo passo – che hanno già fatto anche l’Eur e San Lorenzo – sarà una class action: «Paghiamo imposte troppo salate per non reagire».

L’immondizia di Roma, in questi giorni, è diventata un caso nazionale. Super produzione di rifiuti durante le feste, impianti insufficienti, polemiche politiche sul trasferimento delle eccedenze in altre regioni, nessunasoluzione pratica reale all’orizzonte.

Cioè i problemi sono strutturali, non contingenti, all’Olgiata lo sanno e proprio per questo spiegano che basta, la pazienza è finita: «All’inizio, con l’introduzione del porta a porta circa tre anni fa, le cose andavano benissimo – ricorda l’Avvocato Giuseppe Bernardi, Presidente del Consorzio Olgiata che raccoglie 2.100 utenze -: siamo stati tra i primi a sperimentare la differenziata spinta con ottimi risultati». Poi sempre peggio, fino al culmine dell’altra estate, a luglio, quando il presidente del Consorzio, a nome dei residenti, è andato dai carabinieri: «Abbiamo presentato denuncia-querela chiedendo che siano accertate eventuali responsabilità penali per i disservizi Ama – spiega Bernardi -: più di 100 foto e segnalazioni dei consorziati rendevano bene il quadro». Ecco, da allora le cose non sono migliorate: «Sappiamo che la denuncia è arrivata in procura, ma neanche questo è servito a sollecitare Ama: contattiamo il personale di zona, ma si giustificano, dicono che non ci sono uomini, che non ci sono mezzi, ormai in molti carichiamo l’auto e andiamo a gettare l’immondizia nei contenitori in strada, un’assurdità con tasse così salate». «L’unica strada – conclude l’avvocato – resta la class action per veder riconosciuto un nostro diritto, ci organizzeremo prima che qualcuno cominci a non pagare più».

 

“Anche nella nobile e rinomata Olgiata la vita è dura se l’Ama non raccoglie l’immondizia. La sera deponi i sacchetti nel ripostiglio fuori dal cancello e preghi. Quasi mai le preghiere vengono esaudite perché il giorno dopo i sacchetti sono ancora lì. E intanto ne devi aggiungere altri. Passano i giorni, spazio per nuovi sacchetti non ce n’è più, i rifiuti alimentari sono marciti. Non hai scelta: carichi tutto nel portabagagli e ti inoltri lungo la Cassia alla ricerca dei cassonetti, dove scaricare l’orribile bagaglio.
I cassonetti sono diventati un punto d’incontro per gente rassegnata, che non ha più la forza di reagire. Si buttano i sacchetti scambiandosi sguardi sconsolati che sembrano dire: “Come siamo ridotti!”.
Siamo ridotti che all’isola 106 c’è un grande pozzo che si riempie di spazzatura e nessuno la porta via. Davanti alla 102 crescono giorno dopo giorno montagne di rifiuti. I dipendenti di un ufficio diplomatico non sapendo come smaltire l’immondizia la accumulano nel giardino. Il sito Facebook dell’Olgiata raccoglie valanghe di proteste. L’altro giorno Alessandra segnalava che “dopo due settimane di non ritiro all’isola 5 … arrivano i Gremlins”.
Antonella accetta “qualsiasi soluzione ma per ora non ne sono state trovate”. Soluzioni ne suggerisce Paola Caruana, responsabile della comunicazione del Consorzio. Assicura che “dopo la denuncia penale ai carabinieri, stiamo studiando una class action con raccolta firme di tutti i consorziati”. Bene la class action, dice Maurizio Munno, ex presidente del Consorzio, “ma siamo in campagna elettorale, coinvolgiamo tutti i gruppi politici, magari per interesse ci darebbero una mano”.
Invece di buttarla in politica, Giorgio Fabbi lancia una provocazione: “Circolano tanti cinghiali. Spargiamo la spazzatura nei prati. Ci pensano loro a ripulire”.
Qualche settimana fa ho incontrato al bar alcuni dipendenti dell’Ama ai quali ho chiesto come mai non passavano a ritirare i sacchetti. Mi hanno spiegato che per la zona sono disponibili 8 camioncini, in quel momento 5 erano in riparazione e siccome mancavano i soldi per pagare l’officina i mezzi non venivano ripresi.
Se però i privati sbagliano, i responsabili Ama non perdonano. Tre anni fa, scoprirono che all’isola 78 non veniva fatta la differenziata. Inflissero una multa di 5.700 euro. Ne è nata una disputa giudiziaria. Uno degli aspetti da valutare è se un condominio è tenuto a pagare oppure la multa tocca all’autore materiale dell’illecito.
Ormai quando viene avvistato un mezzo dell’Ama è un avvenimento. C’è subito chi segnala su Facebook: “Qui hanno cominciato a raccogliere”. Per un giorno, è festa.”


Marco Nese